Maradona: il giorno che cambiò per sempre il calcio italiano


Era il 5 luglio 1984, ore 18:30, quando una maglietta bianca Puma e un pantalone azzurro salirono le scalette del San Paolo per entrare nella leggenda. Diego Armando Maradona fece il suo ingresso nello stadio che oggi porta il suo nome davanti a 80.000 spettatori in delirio, che avevano pagato mille lire per assistere al miracolo. "Buonasera napolitani, sono felice di essere con voi", disse il Pibe de Oro prima di iniziare a palleggiare e lanciare il pallone "a campanile". In quel momento nacque il mito più grande del calcio italiano.


Maradona arrivava a Napoli dopo l'esperienza turbolenta al Barcellona, dove aveva subito un grave infortunio e vissuto rapporti tesi con la società. Ma era già considerato il miglior giocatore del mondo, nonostante a 23 anni non avesse ancora vinto trofei importanti. La sua fama precedeva ogni cosa: a 16 anni aveva debuttato nell'Argentinos Juniors, poi era passato al Boca Juniors prima del trasferimento in Europa.

Il suo impatto su Napoli fu immediato e rivoluzionario. Nella prima stagione la squadra raggiunse il centro classifica, ma l'anno successivo arrivò terza. Il capolavoro esplose nel 1986-87: sotto la guida di Ottavio Bianchi, il Napoli vinse il suo primo storico scudetto. Il 10 maggio 1987, pareggiando 1-1 con la Fiorentina al San Paolo, i partenopei si aggiudicarono aritmeticamente il primo tricolore della loro storia, battendo dopo 32 anni la Juventus al Comunale di Torino.

Il secondo scudetto arrivò nella stagione 1989-90, il 29 aprile con la vittoria 1-0 sulla Lazio grazie a un gol di Baroni su punizione di Maradona. Nel mezzo, la Coppa UEFA del 1989 e una Coppa Italia, trofei che elevarono Napoli dal provincialismo al palcoscenico internazionale. Era la rivalsa del Sud contro il Nord, dei "napoletani africani" contro l'establishment calcistico italiano.

Ma Maradona rappresentò molto più del calcio per Napoli. Negli anni '80, la città viveva ancora le cicatrici del terremoto dell'Irpinia del 1980 (2.900 morti, 8.800 feriti, 280.000 sfollati), la piaga della camorra e i pregiudizi del Nord Italia. Diego divenne il simbolo della riscossa, l'eroe che restituiva dignità e orgoglio a un popolo umiliato nei secoli. I murales ai Quartieri Spagnoli, le processioni laiche, l'idolatria popolare: Maradona era diventato il santo patrono di una religione calcistica.

Il rapporto si incrinò durante Italia '90, quando nelle semifinali contro gli Azzurri al San Paolo, Maradona provocò i tifosi napoletani: "L'Italia vi ignora per tutto l'anno e adesso vi chiede aiuto". La partita finì 1-1, l'Argentina vinse ai rigori con Maradona che non sbagliò il suo tiro. Fu l'inizio della fine: il 17 marzo 1991, dopo un controllo antidoping risultato positivo alla cocaina, l'avventura italiana del Pibe si chiuse drammaticamente.

Sette anni di magia pura che trasformarono Napoli da cenerentola a regina d'Italia, regalando alla città due scudetti, una Coppa UEFA, una Coppa Italia e una Supercoppa italiana. Ma soprattutto, Maradona restituì dignità a una città e orgoglio a un popolo, diventando immortale nell'immaginario collettivo napoletano e italiano.

Non tutti sanno che
La cifra del trasferimento (13,5 miliardi di lire) fu versata dal Napoli solo dopo aver depositato il contratto, in una delle operazioni più azzardate della storia del calcio. Maradona portò con sé dalla Spagna un vero e proprio entourage: la fidanzata Claudia, il preparatore Fernando Signorini, l'addetto stampa Guillermo Blanco e persino l'operatore Juan Carlos Labùru per filmare ogni sua apparizione, pioniere del culto dell'immagine negli anni '80. Al San Paolo del 2000 venne ritirata la maglia numero 10 in suo onore, su iniziativa di Luca Ferlaino, figlio dell'ex presidente. Durante la semifinale di Italia '90, un errore di programmazione creò la situazione più surreale: l'Argentina di Maradona contro l'Italia proprio al San Paolo, casa di Diego. I tifosi napoletani si divisero tragicamente tra amor di patria e devozione al loro idolo. Nel 1998 i suoi fan fondarono a Rosario la "Iglesia Maradoniana" (Chiesa di Maradona), dove il calendario si calcola dalla nascita di Diego: il 2003 fu l'anno 43 d.D. (después de Diego). Tra i fedeli anche calciatori famosi come Michael Owen e Ronaldinho. Oggi la chiesa conta 80.000 membri in tutto il mondo.