Spectrum computer: il personal computer competitor del Commodore


Era il 23 aprile 1982 quando un piccolo rettangolo nero con tasti di gomma colorati iniziò a conquistare le case italiane ed europee. Lo ZX Spectrum di Sir Clive Sinclair non era solo un computer: era la porta d'ingresso verso un mondo digitale che sembrava fantascienza, ma che costava quanto una bicicletta di buona qualità.


Con i suoi 16 KB di memoria RAM (espandibili a 48 KB) e un prezzo di lancio di 125 sterline (circa 360.000 lire), lo ZX Spectrum si poneva come l'alternativa democratica ai costosi computer professionali dell'epoca. Mentre il Commodore 64 americano costava l'equivalente di quasi un milione di lire, lo Spectrum permetteva a intere famiglie di avvicinarsi all'informatica senza svenarsi.

Il nome "Spectrum" non era casuale: per la prima volta nella storia dei computer Sinclair, questa macchina poteva visualizzare immagini a colori, un'innovazione rivoluzionaria rispetto ai monocromatici ZX80 e ZX81. Otto colori brillanti - nero, verde, blu, rosso, magenta, ciano, giallo e bianco - che diventavano quindici con la modalità "bright" attivata, trasformavano il televisore di casa in una finestra verso mondi digitali inesplorati.

La tastiera gommosa, inizialmente criticata per la scomodità, nascondeva un'intuizione geniale: ogni tasto aveva comandi BASIC multipli associati, richiamabili con combinazioni di tasti. Questo sistema eliminava gli errori di sintassi e rendeva la programmazione accessibile anche ai principianti, contribuendo alla diffusione del linguaggio BASIC in Europa.

Il processore Zilog Z80 da 3,5 MHz era più veloce di quello del Commodore 64 (0,985 MHz nella versione PAL), compensando parzialmente le limitazioni grafiche. L'unico dispositivo di memoria di massa era il registratore a cassette, e chi ha vissuto quegli anni ricorda perfettamente l'ansia del "Tape Loading Error" e i lunghi minuti di attesa per caricare un gioco.

In Italia lo Spectrum arrivò in ritardo rispetto al Regno Unito, e fino alla prima metà del 1983 doveva essere acquistato direttamente dall'Inghilterra. Ma una volta sbarcato nel nostro paese, scatenò una vera e propria rivoluzione. Non solo per il computer in sé, ma per il fenomeno che lo circondava: la pirateria di massa.

L'Italia degli anni '80 divenne il paradiso della pirateria videoludica. Aziende "legali" come Armati Software di Bologna distribuivano regolarmente giochi copiati, completi di scontrino e presenza capillare nelle edicole. Trovare giochi originali divenne pressoché impossibile, e la differenza di prezzo era abissale. Questo fenomeno, unico in Europa per dimensioni e organizzazione, rese accessibili migliaia di titoli a prezzi irrisori, ma danneggiò gravemente l'industria nazionale del software.

Paradossalmente, la pirateria contribuì alla diffusione dello Spectrum e alla nascita di una generazione di programmatori autodidatti. Giochi leggendari come "Manic Miner", "Jet Set Willy", "Knight Lore" e "Dizzy" divennero cult anche grazie alle versioni pirata distribuite in edicola con nomi italianizzati come "Licantropus".

Nel 1984 arrivò lo ZX Spectrum+, con tastiera migliorata e pulsante di reset, seguito nel 1985 dallo Spectrum 128K con memoria espansa, chip sonoro e maggiori capacità. Nel 1986 la Sinclair Research fu venduta alla Amstrad, che continuò la produzione fino al 1992 con i modelli +2, +2A e +3, alcuni dotati di drive per floppy disk.

Lo Spectrum vendette circa 5 milioni di unità in tutto il mondo, senza contare i numerosi cloni ufficiali (come l'Inves Spectrum spagnolo) e non ufficiali (come il "Dubna 48k" russo). Per lo ZX Spectrum sono stati rilasciati oltre 24.000 titoli dal 1982 a oggi, un record assoluto che testimonia la passione della comunità di sviluppatori e appassionati.

La fine arrivò con l'avanzata delle macchine a 16 bit negli anni '90, ma lo spirito dello Spectrum non morì mai. Nel 2014 la Retro Computers annunciò una console retro finanziata in crowdfunding, seguita dalla ZX Spectrum Vega+ nel 2016. Nel 2024 Retro Games ha lanciato "The Spectrum", una moderna rivisitazione che replica fedelmente il design originale con 48 giochi preinstallati.

Quello che non tutti sanno
Il nome "ZX82" era il codice interno originale dello Spectrum, chiamato anche "ZX81 Colour" durante lo sviluppo. Sir Clive Sinclair scelse "Spectrum" per sottolineare la capacità di visualizzare un ampio spettro di colori, ma il computer utilizzava un sistema di attributi per ottimizzare la memoria: ogni carattere di 8x8 pixel poteva avere solo due colori contemporaneamente, causando il fastidioso "colour clash" quando sprite di colori diversi si sovrapponevano. La versione spagnola dello Spectrum 128K fu la prima ad essere commercializzata, addirittura prima di quella inglese, per aggirare una tassa governativa sui computer con memoria fino a 64 KB. Il processore Z80 gestiva non solo l'esecuzione dei programmi, ma anche la scansione della tastiera, la gestione delle cassette e la generazione del segnale video, causando il caratteristico "sfarfallio" durante la digitazione. Infine, nel 1984 i musicisti italiani Mike Logan e Bruno Bergonzi del gruppo Dhuo registrarono "Rome By Night / On Video", il primo disco al mondo che includeva una traccia da caricare direttamente nello ZX Spectrum.